Fiera Agricola del Basso Lazio

La Noglia pontecorvese

Una ricetta che ha radici nel medioevo

Quando la storia si intreccia con la leggenda e un piatto unico resiste nel tempo…

Grazie a quest’ incredibile storia sappiamo che la ricetta della Nnoglia era già nota nel medioveo…

In un’Italia divisa dalle guerre, nel cuore del XVI secolo, si svolse un episodio che legò indissolubilmente un piatto semplice e gustoso alla storia di un uomo coraggioso e di una donna generosa. Elio, un nobile partenopeo ferito gravemente durante la battaglia di Garigliano, giaceva su un giaciglio di paglia, la vita che gli scorreva via a filo di spada.

Tra i soldati che lo accudivano, si trovava Antonio de Nebrija, un umanista spagnolo che, per puro caso, si era ritrovato coinvolto in quel conflitto. Riconosciuto il vecchio amico di studi, Antonio si prodigò per alleviare le sofferenze di Elio. L’ultimo desiderio del nobile morente era quello di gustare un piatto della sua terra, un sapore che lo riportasse ai ricordi dell’infanzia.

Antonio, mosso da compassione e amicizia, si mise alla ricerca di un cibo che potesse soddisfare l’ultimo desiderio di Elio. Dopo aver vagato a lungo, giunse a Pontecorvo, un piccolo borgo immerso nella campagna laziale. Qui, in una modesta casa di contadini, incontrò Lucia, una donna dai capelli brizzolati e dagli occhi luminosi.

Lucia era famosa in tutto il paese per la sua Nnoglia, un insaccato di maiale dal sapore intenso e speziato. La ricetta era un segreto di famiglia, tramandato di madre in figlia da secoli. Antonio, ascoltando la storia di Lucia, comprese subito che quella era la pietanza che cercava.

Con un cuore pieno di speranza, Antonio tornò da Elio con la Nnoglia fumante. Il nobile partenopeo, assaggiando quel boccone, chiuse gli occhi e sorrise. Era un sapore che lo trasportava lontano, oltre le sofferenze e le ferite della guerra. In quel momento, compì una promessa: se fosse sopravvissuto, avrebbe dedicato il resto della sua vita a far conoscere la Nnoglia in tutto il mondo.

Antonio gli disse che forse era stato un miracolo. Elio, volgendo lo sguardo al cielo gli rispose che non sapeva se fosse un miracolo o era stato solo il destino, ma  la Nnoglia era stata la sua salvezza. 

Elio, ormai guarito decide di rimanere a Pontecorvo, non solo per ringraziare Lucia ma anche per immergersi completamente nella cultura locale. Con il passare del tempo, diventa un vero e proprio ponte tra il suo mondo raffinato e le tradizioni contadine del borgo. Insieme a Lucia, scopre i segreti della Nnoglia, un piatto che, per i pontecorvesi, è molto più di un semplice cibo. È un simbolo della loro identità, un legame con la terra e con i loro antenati.

Di Antonio de Nebrija sappiamo che dopo qualche anno ritornò nella sua Spagna, forse raccontando anche la storia della prodigiosa Nnoglia pontecorvese.

Le News:

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